Quando si pensa di sostituire una vecchia caldaia con una di ultima generazione a condensazione, una delle primissime cosa da considerare è l’importante questione dello scarico dei fumi. L’evacuazione dei prodotti della combustione avviene attraverso appositi condotti: camini o canne fumarie collegati alla caldaia. In generale, si definisce camino il condotto che smaltisce i fumi provenienti da un sistema singolo, ossia da un solo apparecchio (abitazione singola), o più apparecchi similari posti sullo stesso piano (bifamiliari, a schiera ecc). Invece, si definisce canna fumaria il condotto che smaltisce i fumi provenienti da più apparecchi autonomi posti su più piani, tipico caso di un condominio. Se nel caso dell’abitazione singola la sostituzione della caldaia con una condensazione risulta essere “agevole”, non sempre lo è nel caso di un condominio. La caldaia a condensazione pone un’importante questione da considerare, quella dello scarico fumi a basse temperature a cui si aggiunge la formazione di acqua di condensa con ph acido, ma che tratteremo in un altro focus. Una caldaia a condensazione è in grado di raffreddare i fumi di scarico più velocemente e maggiormente rispetto ad una tradizionale di tipo C o B. I fumi, quando sono prodotti, risultano essere caldi, allo stato gassoso e ricchi di vapore acqueo. Quest’ultimo, a motivo del processo di raffreddamento, si trasforma in acqua con ph acido (condensazione). Nel passaggio di stato parte del calore dei fumi viene rilasciata sotto forma di energia utilizzata a sua volta dalla caldaia stessa. Il calore trasferito alla caldaia determina un maggiore rendimento e i fumi trasformati in acqua determinano meno immissioni inquinanti nell'ambiente. I fumi vengono espulsi per mezzo di un ventilatore di cui è dotata la caldaia stessa, all’interno del condotto di evacuazione, come prevede la normativa. Lungo il tragitto i fumi di scarico continueranno ancora a condensare, producendo acqua acida. Per questo motivo il condotto deve essere idoneo al funzionamento ad umido, realizzato con materiali e caratteristiche specifiche.
Foto: caldaia a condensazione murale in vetro temperato LOGAMAX PLUS GB172I ©BUDERUS
Come accennato nei paragrafi precedenti, per la normativa lo scarico dei fumi deve avvenire al di sopra del tetto, attraverso condotti di evacuazione; ma, in alcuni casi, camini o canne fumarie preesistenti sono del tutto incompatibili con la caldaia a condensazione, pertanto la legge 90 dispone le seguenti deroghe allo scarico in copertura consentendo quello a parete: a) sostituzione di una caldaia, di qualsiasi tipo, che già scaricava a parete (prima del 31 agosto 2013); tale condizione va provato; b) sostituzione di una caldaia a camera aperta (tipo B) che scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata condominiale CCR; c) nuova installazione in edifici storici o sottoposti a norme di tutela; d) impossibilità tecnica di andare a tetto con lo scarico fumi, asseverata da un professionista abilitato. Dal 2014, inoltre, con il D.lgs 102, le deroghe sono anche per e) installazione di apparecchi a condensazione, nell’ambito di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in un condominio, qualora non siano già presenti: camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, funzionali e idonei o comunque adeguabili all'applicazione dei suddetti generatori; f) installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore, dotati di specifica certificazione di prodotto. In ultimo. va evidenziato che la deroga è subordinata ai requisiti di rendimento minimo prescritti dall’art. 4, comma 6, lettera a), del D.P.R. 59/2009, secondo cui la nuova caldaia deve essere “ecologica”, con rendimenti efficienti e basse emissioni inquinanti. Non sarà possibile installarne una simile alla preesistente.
Oggi, sostituire una vecchia caldaia, che inquina e consuma risulta anche conveniente grazie alle agevolazioni fiscali dell’ecobonus e del superbonus. Inoltre, dal 26 settembre 2015 è in vigore la Direttiva Ecodesign, ovvero la direttiva europea ERP (Energy Related Products, 2009/125/CE). Sulla base di questa normativa, le caldaie tradizionali a camera aperta, tipologia B, sono andate fuori produzione e la loro installazione non è più permessa. La normativa prescrive anche che in caso di nuova installazione o sostituzione, la caldaia, oramai non più funzionante, andrà sostituita con una ad alto rendimento energetico, ovvero a condensazione. In aggiunta, dal 3 agosto 2013, con la legge 90, tutti gli scarichi dei fumi della combustione devono avvenire al di sopra del tetto, in particolare 1 metro sopra il colmo (UNI 7129:2015) salvo deroghe.
Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale (DL ecobonus, detrazioni 65% e 50%, bonus mobili)
Istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia (Ecodesign)
Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia
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