Uno dei giovani in vacanza a Corfù
Torre del Greco. Erano partiti per la Grecia con l’obiettivo di trascorrere una settimana all’insegna del divertimento, dopo i due anni di chiusura forzata a causa della pandemia. Invece, si ritrovano – a 600 chilometri da casa- a combattere contro un virus sconosciuto contratto in mare. C’è anche una comitiva di sei giovani di Torre del Greco tra le «vittime» del batterio capace di scatenare un nuovo allarme – diffuso attraverso TikTok e già bollato come fake news – lungo la rotta Corfù-Riccione-Gallipoli, le località turistiche in cui è esplosa l’emergenza.
«Sto male, sto molto male. Sarò sincero: adesso sono a letto e provo a riposarmi. Ma questo mal di testa mi spappola il cervello, ci sentiamo più tardi». Samuele Pane ha 20 anni e sta trascorrendo le sue vacanze a Corfù, in Grecia, insieme al suo abituale gruppo d’amici. Il messaggio inviato alla madre Giuseppa risale allo scorso week end, quando – al termine di un’intera notte a vomitare nella sua stanza d’albergo – ha trovato la forza di (ri)prendere in mano il suo smartphone. Fino al risveglio, pensava di essere l’unico ridotto in pessime condizioni di salute. Ma poi tutti i suoi amici avrebbero iniziato ad accusare malesseri vari e simili ai suoi: occhi rossi, spossatezza, raffreddore, tosse e mal di gola. «Abbiamo tutti la febbre – racconta al telefono Samuele -. Inizialmente abbiamo pensato di avere contratto il Covid-19. Ma abbiamo fatto il tampone e l’esito è stato negativo per tutti». A quel punto, i ragazzi, hanno cominciato a supporre di avere mangiato qualcosa capace di provocare in tutti la stessa intossicazione. Ma lo scenario cambia quando Samuele decide di raggiungere la farmacia del paese per acquistare qualche farmaco da banco, in grado di alleviare i sintomi della febbre. «C’erano fiumi di persone in attesa, in farmacia, qualche ragazzo era stato costretto addirittura a correre in ospedale – spiega Samuele -. Tutti descrivevano le mie stesse sensazioni e il medesimo quadro dei sintomi: tosse, raffreddore, febbre, diarrea e talvolta vomito».
Intanto, i social traboccano di «denunce» relative a questa strana «malattia» che collega le gettonate roccaforti delle vacanze europee. «Crediamo si tratti di un virus presente nell’acqua – prosegue il ventenne di Torre del Greco -. Ci stiamo lavando con delle bottigliette d’acqua e, ovviamente, stiamo attenti perfino alle azioni più banali che si riferiscano all’acquisto di un caffè o di un gelato o al semplice lavaggio dei denti». Nelle ultime ore, la sensazione di paura non fa che acuirsi sempre di più: spossatezza, raffreddore, tosse, febbre, mal di gola preoccupano i ragazzi, immobili a letto, intimoriti – al pari dei familiari, che li attendono a casa – anche da un semplice sorso d’acqua. C’è però un fattore comune: la giovane età di chi condivide la malattia e la sua rapida «diffusione» attraverso TikTok. Un «dettaglio» capace di fare nascere ulteriori dubbi sull’improvviso scoppio della nuova «epidemia» nelle principali località turistiche di Grecia e Italia e di convincere in primis il Comune di Gallipoli a querelare i responsabili delle fake news sul misterioso virus nel mare della Puglia.
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