La startup giapponese Spiber ha creato un tessuto che si ispira alle ragnatele. Resistente e impermeabile, aiuterà anche a ridurre le emissioni.
Cinque volte più resistenti dell’acciaio, le ragnatele hanno qualità uniche già note nell’antica Grecia. Gli scienziati ora intendono utilizzarle in un nuovo campo: la moda. Spiber, startup giapponese di Yamagata, ha infatti ideato un tessuto rivoluzionario che si ispira alla seta degli aracnidi. L’obiettivo è inserirlo nel mercato come alternativa a lana, cashmere e denim dato anche il suo stampo ecologico. «Forse potremo risolvere alcune delle grandi sfide globali che stiamo affrontando», ha detto alla Cnn Kenji Higashi, responsabile dello sviluppo aziendale di Spiber.
LEGGI ANCHE: Il piano dell’Ue per ridurre l’inquinamento dell’industria tessile
La storia dell’azienda comincia nel 2004, quando i fondatori Kazuhide Sekiyama e Junichi Sugahara frequentavano la Keio University. Studiando gli aracnidi in natura, i due ebbero l’idea di adattarne le ragnatele per la realizzazione di un tessuto. Iniziarono così a sperimentare più alternative arrivando, tre anni dopo, a sintetizzare la prima soluzione proteica simile alle ragnatele. Si tratta di una miscela di acqua, zucchero e sostanze nutritive con microbi appositamente modificati sottoposta a fermentazione in ampi serbatoi di acciaio simili a quelli dei birrifici. L’operazione porta alla creazione di polimeri che poi, attraverso un ugello, assumono la forma finale per dare vita al tessuto.
Grazie al successo del tessuto, l’azienda non dovette attendere molto per le prime commissioni. Nel 2015, Spiber strinse un accordo con The North Face Japan per un’edizione limitata di parka per commemorare il cinquantenario dell’allunaggio. Tuttavia si scoprì che, come le ragnatele, anche il tessuto sintetico tendeva a restringersi sotto la pioggia. Un intoppo non da poco, che rendeva il capo inadatto all’utilizzo durante le giornate uggiose. Dopo quattro anni e numerosi tentativi, in tempo per l’anniversario è sbarcato un prodotto da 150 mila yen (1400 dollari), subito esaurito.
L’obiettivo di Spiber è anche offrire un aiuto nella lotta al cambiamento climatico. Come riporta la Cnn, il settore della moda è fra i più inquinanti al mondo dato che produce 2,1 miliardi di tonnellate di CO₂ ogni anno. Circa il 70 per cento, secondo un’analisi di McKinsey & Company, proviene dalla produzione tessile durante l’utilizzo di materie prime e acqua. Spiber propone invece un metodo che genera solo un quinto delle emissioni rispetto ai tradizionali. Si tratta della ‘circolazione della biosfera’, processo che utilizza gli scarti degli indumenti in cotone nella produzione. È possibile così svuotare discariche e inceneritori, che ogni anno vedono arrivare circa 40 miliardi di tonnellate di rifiuti tessili.
Numerosi investitori hanno già deciso di supportare l’idea di Spiber che, secondo la Cnn, ha già accumulato investimenti pari a 783 milioni di dollari. I piani futuri prevedono l’apertura di una nuova fabbrica in Thailandia entro la fine dell’anno e di uno stabilimento negli Stati Uniti entro i 12 mesi successivi. E già si pensa alle opportunità nel settore dell’automotive. Spiber tuttavia non è tuttavia l’unica azienda a ispirarsi alle ragnatele. Nel 2016 Adidas sfruttò un progetto di AMSilk per le sue sneaker, mentre l’anno successivo Stella McCartney realizzò un abito dorato con un filo ispirato alle ragnatele della californiana Bolt Threads.
Tagfin Srl Sede Legale: Via dell'Annunciata, 7 – 20121 Milano
Numero di partita IVA e numero d’iscrizione al Registro Imprese 11673800964 del Registro delle Imprese di Milano.
Registrazione della testata giornalistica Tag43 presso il Tribunale Ordinario di Milano, n. 100 del 23 Aprile 2021